I primi pensieri, da ascoltare:
In riga per tre, Un podcast liberamente ispirato alla canzone - In fila per tre - di Edoardo Bennato. Educazione, apprendimento e scuola, spunti e appunti di riflessione
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IL POTERE RIGENERATIVO DELL'EDUCAZIONE
Per educazione vorrei intendere qui l’accompagnamento: la vicinanza di un adulto che mette a disposizione i propri strumenti, soprattutto sociali, ma anche emotivi, intllettuali e spirituali, per sostenere un bambino. È una definizione volutamente parziale e semplicistica, certo, ma funzionale a ciò che voglio descrivere.
Comincerei da un elemento fondamentale: la presenza.
Come si può davvero accompagnare un bambino o una bambina?
Bisogna esserci. E in questo senso non intendo una presenza fisica ma piuttosto uno stato vero e proprio.
“Essere” non come gesto fugace, ma come stato. È l’atto di concentrare tutte le nostre energie nel momento in cui siamo con loro.
Questo esercizio di presenza è la condizione per un accompagnamento significativo. Il nostro esserci non dipende da ciò che il bambino fa o chiede, ma da noi. Dall’amore che decidiamo di investire nella relazione.
E qui entra in gioco un’altra parola chiave: la responsabilità.
Presenza e responsabilità si tengono per mano. La prima ci mette accanto ai bambini, la seconda ci ricorda che quel tempo condiviso è un atto di cura consapevole.
Questa cornice fa da sfondo al potere rigenerativo dell’educazione.
A prima vista potrebbe nascere un equivoco: in queste righe l’educazione non è descritta come un mezzo per rigenerare il bambino o la bambina. Il suo potere, piuttosto, risiede nella capacità di trasformare il contesto: cambiare la visione e la concezione di un evento, modificarne il racconto che offriamo e che i bambini, inevitabilmente, faranno proprio.
Abbiamo l’opportunità di contribuire alla costruzione della realtà del bambino, di svelargli possibilità nascoste nelle esperienze che vive o ha vissuto. Possiamo offrirgli uno sguardo capace di trasformare qualsiasi circostanza in un’occasione di crescita.
Se la presenza e la responsabilità costituiscono le fondamenta di questo processo, è la fiducia che gli dà slancio e respiro, rendendo viva la relazione educativa.
Come poter agire in questa direzione? Presenza, responsabilità, fiducia.
Una fiducia che deve essere alla base del rapporto tra adulto e bambino. Un adulto che deve porsi come un mentore, pronto ad accogliere le tensioni e i talenti dei bambini, pronto a credere nella bellezza che ogni individuo porta dentro di sé. Un adulto che sviluppa e coltiva l’empatia, un’empatia viva che avvolge il bambino.
L’adulto educatore, ma ogni adulto nella pratica lo è, deve coltivare questa empatia nell’ascolto riflessivo, un ascolto che accoglie e riporta al centro bisogni e necessità del bambino. Allo stesso tempo l’educatore deve essere saldo in ciò che propone, nei confini all’interno dei quali vuole accompagnare il bambino.